Ii vino rosso e il potere antiossidante del Resveratrolo.
“Vino rosso fa buon sangue” diceva la mia cara nonna come forse le nonne di tutti voi, senza probabilmente sapere bene il perché di tale detto.
Oggi invece sappiamo che la ricchezza del vino, in particolare di quello rosso, risiede nella presenza dei polifenoli, molecole con una spiccata ed elevata capacità antiossidante.Tale loro capacità di bloccare i radicali liberi nocivi, che si formano nel nostro organismo, costituisce una barriera di difesa importante nei confronti dei problemi cardiovascolari e non solo.
Le più interessanti sostanze terapeutiche si trovano nelle parti solide del grappolo, quindi gambi, bucce e acini, che macerano nel succo solo nel processo di vinificazione del rosso.
Così il mondo scientifico è stato attratto dallo studio del Resveratrolo presente nella buccia degli acini dell’uva, in virtù delle sue proprietà anti invecchiamento e anti infiammatorie.
Il Resveratrolo si è dimostrato efficace nella riduzione dell’ossidazione delle lipoproteine LDL.
Queste, una volta ossidate, risultano infatti notevolmente più piccole e meno sensibili alla captazione dei recettori rispetto a quelle non ossidate.
Pertanto la loro permanenza nel sangue incrementa la possibilità che penetrino nelle tonache arteriose e diano origine al processo di aterogenesi.
Il contenuto di Resveratrolo nel vino varia in relazione alla qualità dell’uva, al tipo di concimazione, al suolo in cui le piante crescono ed infine alla lavorazione che l’uva subisce.
Infatti il processo di vinificazione con macerazione e il tempo di contatto con le bucce e con il mosto è in grado di far aumentare il contenuto di Resveratrolo di circa 10 volte per i vini bianchi e di 13 per i vini rossi.
È inoltre stato dimostrato come il contenuto di Resveratrolo sia più elevato nei vini ottenuti con uve provenienti da zone umide poiché il Resveratrolo è un fungicida naturale o fitoalessina che viene prodotto spontaneamente dalla pianta per proteggersi da infestazioni fungine.
Quindi laddove è maggiore l’incidenza degli attacchi di malattie fungine, maggiore è la quantità presente nella pianta per un’efficace difesa dalle avversità.